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Algeria, le PMI italiane locomotiva della collaborazione

Duecento imprese già operative, nel settore energetico ma non solo, con la prospettiva di presenze nuove e di un rafforzamento della rete delle Pmi: economia, sviluppo e una nuova legge per gli investimenti. Uno strumento, le norme appena entrate in vigore, al servizio di un ulteriore salto di qualità nei rapporti tra i due Paesi.

L’arrivo di capitali stranieri può essere decisivo per l’occupazione e lo sviluppo sociale. L’esperienza italiana in questo settore è molto interessante.

Le opportunità sono molteplici, allora, e vanno al di là del ruolo di Eni e delle forniture di metano. Le diverse competenze che possiede il nostro Paese  suscitano l’interesse dell’Algeria, nel settore dell’edilizia in generale e del restauro dei beni e dei monumenti in particolare.

A oggi l’Italia assorbe oltre il 16 per cento delle esportazioni algerine, per un valore di quattro miliardi e 779 milioni di dollari. E Roma è rimasta referente privilegiato nonostante una riduzione del peso specifico degli idrocarburi nel paniere delle esportazioni del Paese nordafricano, passate da 32 miliardi di dollari a circa 27.